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Acqua potabile, qualità e salute.

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  • Categoria dell'articolo:Depurazione

«Intorno al tema del trattamento dell’acqua potabile circola una grande disinformazione che crea pregiudizio nei confronti dei consumatori e delle imprese. Partiamo dalla base: è errato associare i dispositivi di trattamento come caraffe, sistemi di filtraggio e di affinamento al concetto di “potabilizzazione” e “depurazione”, in quanto tali tecnologie si applicano ad acque di per sé idonee al consumo umano».

Per essere definita “potabile”, infatti, l’acqua deve essere salubre e pulita – ovvero non deve contenere microrganismi né altre sostanze in concentrazioni tali da rappresentare un pericolo per la salute umana – e deve rispondere ai severi requisiti del DL 18/2023.

L’acqua di acquedotto in Italia è di per sé non solo potabile al 100%, ma di ottima qualità e tra le più controllate d’Europa.

Proprio con lo scopo di garantire la più completa informazione e tutelare la salute dei cittadini, nel 2013 è stato pubblicato dal Ministero della Salute il DM 23/2013 e sono state successivamente redatte le “Linee guida sui dispositivi di trattamento delle acque destinate al consumo umano ai sensi del D.M. 7 febbraio 2012, n. 25” contenute nel rapporto Istisan 15/08 a cura dell’Istituto Superiore di Sanità.

Il trattamento dell’acqua potabile per mezzo di appositi dispositivi, infatti, è un ambito soggetto al rispetto di un fitto e articolato apparato normativo e regolatorio, disciplinato in particolare dal prima citato D.M. 25/2012.

Come il testo stesso del decreto afferma, i trattamenti non potabilizzano l’acqua (che, come detto, è già potabile al 100%), né rivestono carattere sanitario, indirizzandosi principalmente a modificare le caratteristiche organolettiche delle acque e quindi la loro gradevolezza al gusto e modificare la temperatura di erogazione o conferire alle acque caratteristiche di effervescenza.

In linea con le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, Basta Fatica sostiene il consumo della cosiddetta “acqua del sindaco”: grazie alla loro azione, gli impianti di affinamento dell’acqua contribuiscono in modo importante a valorizzare il consumo dell’acqua di rete e a promuovere abitudini e stili di vita sostenibili, anche grazie alla riduzione del consumo della plastica.

A testimonianza dell’utilità nella riduzione della plastica immessa in ambiente, le apparecchiature di trattamento delle acque potabili rientrano tra le categorie di prodotto previste e consigliate dal Decreto 6 novembre 2023 “Adozione dei criteri ambientali minimi per gli affidamenti relativi ai servizi di ristoro e alla distribuzione di acqua di rete a fini potabili”.

«Come confermato dall’Istituto Superiore di Sanità, non esiste legame tra il trattamento dell’acqua (effettuato secondo i dettami del DM 25/2013) e una funzione sanitaria.

In nessun modo, come afferma la ricca letteratura giuridica e scientifica dedicata, trattare l’acqua potabile con i dispositivi di affinamento può nuocere alla salute né tanto meno rendere l’acqua “non potabile”.

L’eventuale azione di alcuni tipi di tecnologie sulla concentrazione di calcio e magnesio non ha incidenza considerabile rilevante sul corpo umano, dato che la quantità di nutrienti e sali minerali che assumiamo attraverso l’acqua è trascurabile rispetto a quella assunta dagli alimenti» commenta ancora Leoni.

Come sottolineato dall’ISS, l’acqua potabile non è la principale fonte di elementi essenziali per l’uomo, intervenendo per una quota stimata tra 1% e il 20% del fabbisogno totale, a seconda degli elementi. Inoltre, il contenuto di minerali nelle diverse acque di rubinetto è estremamente variabile in funzione dell’origine della risorsa idrica e dei trattamenti che l’acqua subisce nel corso della potabilizzazione e distribuzione.

«Per garantire la migliore efficienza d’uso in totale sicurezza delle tecnologie di affinamento questi prodotti sono inoltre corredati da esaustive istruzioni d’uso riguardo all’installazione, la manutenzione e l’impiego dei dispositivi.

Ricordiamo l’importanza della manutenzione delle tecnologie per l’affinamento domestico dell’acqua, per evitare che questi siano inefficaci, di certo, mai dannosi per la salute umana».